Un mondo languido e frammentato, popolato da creature splendide, effimere, ma intrise di una solitudine insondabile. Giovani modelli prestanti, leziosi, ma allo stesso tempo malinconici e a tratti enigmatici, si offrono in un’ostentata e impudica intimità ammiccante.
Con una mostra-omaggio, fortemente voluta dall’amico Ernesto Esposito, tornano a Napoli le opere di Jack Pierson: prendendo il nome da una delle sue opere più emblematiche, "Cara Domani" (una delle prime word sculptures realizzate da Pierson proprio a Napoli), si ha un punto di vista privilegiato su quell’estetica dell’istantanea che costituisce la cifra del lavoro di Pierson, ma allo stesso tempo si dà vita a un racconto fotografico che testimonia la lunga amicizia tra l’artista e il collezionista.
Si snoda lungo 54 immagini questo percorso, tutte opere inedite realizzate con set fotografici quali Positano, Napoli e New York nel 1995, quando per la prima volta Pierson sbarcò con una personale nella splendida cornice partenopea.
Curiosa la spiegazione del nome della mostra, racconta Ernesto Esposito che “Cara Domani erano le due parole che aveva sentito pronunciare a Napoli con maggiore frequenza. Erano espressione dell’umore locale, sospeso tra cortesia e rassegnata tergiversazione”.
Curiosa la spiegazione del nome della mostra, racconta Ernesto Esposito che “Cara Domani erano le due parole che aveva sentito pronunciare a Napoli con maggiore frequenza. Erano espressione dell’umore locale, sospeso tra cortesia e rassegnata tergiversazione”.
Le opere esposte sono raccolte nel catalogo curato da Ernesto Esposito con testi di Eugenio Viola, pubblicato in occasione della mostra da Iemme Edizioni, marchio editoriale dello Spazio Nea.
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