lunedì 22 giugno 2015

“Metropolis”. Franco Donaggio e Franco Fontana in mostra al Museo Civico di Chioggia

I due artisti internazionali Franco Donaggio e Franco Fontana insieme a Chioggia per la mostra fotografica “Metropolis”. Dal 21 giugno al 30 agosto 2015 presso il Museo Civico della Laguna Sud – S. Francesco fuori le mura in mostra 30 fotografie a colori sull’essenza nascosta della città.

“Le opere di Franco Donaggio si manifestano per cicli. Una sfida all’espressione di significati interiori, tra materialità e spirito, che si compie in modo sempre diverso. Donaggio non insegue le sue fotografie, non si lega ad esse, non le nutre di se stesse. Non se ne appropria, le lascia libere. Libere di restare. Questa è la sua grande singolarità morale. Così è per: Metaritratti, Confine, Stazione, Urbis, Riflessioni, Prima del giorno. Così per ogni nuovo ciclo, un fluire incessante ed in continua evoluzione, che va a comporre un fantastico ed immenso paesaggio tra chiarezza e mistero. Un’opera omnia, dalle prime luci dell’alba fino all’ultimo bagliore del giorno” (Tobia Donà).

Con la profonda consapevolezza che la città è molto più di come appare, Fontana e Donaggio indagano nei mille volti che la compongono svelandone quelli segreti. Seguendo il loro naturale desiderio di evasione, i due artisti ci conducono lungo un sentiero di libertà creativa, alla ricerca di nuovi linguaggi e profondità. 

Franco Fontana, con il suo sguardo attento e curioso, focalizza l’attenzione su un microcosmo urbano, esaltandone il più piccolo dettaglio, e ci trasporta in un immaginario ideale dalle atmosfere rarefatte. Con elegante naturalezza, l’autore modifica il senso del tutto, catturandone l’anima; svela l’intima natura della materia che diviene custode di ricordi, la segnaletica stradale un universo intriso di vite vissute. Franco Fontana con raffinata maestria libera le cose dalla loro ovvia funzione estetica per rivelare l’inatteso. 

Se Fontana ci attrae con il particolare, Franco Donaggio dilatata la visione, libera lo spirito e spinge il limite verso un’apertura ampia, totale. La città è stretta per Donaggio e ne smantella i confini, con impeto creativo li oltrepassa, osserva un macrocosmo metropolitano popolato da cose e persone che fluttuano nel suo immaginifico palcoscenico. L’artista vede il precario equilibrio dell’uomo, ne avverte fragilità, paura, solitudine, e con onirica visione lo accompagna verso un mondo senza tempo per liberare i sogni al vento, dove il rumore si fa sussurro fino a divenire verbo.

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