lunedì 2 febbraio 2015

Mario Dondero, la mostra a Roma racconta in 250 scatti uno dei fotoreporter italiani più importanti.

Alle terme di Diocleziano una retrospettiva di circa 250 immagini dedicata a uno dei più grandi fotoreporter italiani.

“Facevo il cronista e mi ero stufato di dover chiedere ogni volta un fotografo che corredasse i miei pezzi. Poi arrivò il miracolo al giornale “Le ore”. In quattro e quattr'otto mi fecero "inviato fotoreporter, da allora ho fotografato di tutto”.

Così Mario Dondero racconta in un’intervista gli esordi fortuiti di una carriera strepitosa che lo ha eletto tra i più grandi rappresentanti del fotogiornalismo italiano e europeo.

Per parlare, la fotografia, ha bisogno di lievitare. E per Dondero il lievito è l’empatia che lo lega ai suoi soggetti, i legami sociali che salda tornando più volte nei luoghi che gli interessano, per mettere a fuoco quel che si deve vedere.

Fino al 22 marzo 2015 una mostra antologica alle Grandi Aule delle Terme di Diocleziano a cura di Nunzio Giustozzi e Laura Strappa ne racconta le gesta fotografiche. La retrospettiva, che porta il nome del grande fotoreporter, ripercorre la carriera di Dondero - 86 anni e mai un appuntamento perso con la Storia - in 250 scatti, dalla nascita della sua vocazione per la fotografia propiziata dall’ ammirazione per Robert Capa, fino ai reportage sulla caduta di Berlino, sulla Russia di Putin e l’Afghanistan realizzati in nome del “racconto sincero delle situazioni”.

Quattro le sezioni in cui si riconoscono i momenti storici che hanno segnato il secolo scorso, così come i luoghi e i personaggi alla ribalta sulle pagine di quotidiani e periodici che hanno scandito i cambiamenti da quegli anni ad oggi.

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